martedì, 2 marzo – ore 18.30
MEMO. Piccoli appunti di…musica
Sonata: perché per suonare serve stabilità
a cura di Carla Moreni
con Davide Marranchelli
Una magnifica sala vuota e un pianoforte: il luogo ideale per parlare della Sonata, la forma musicale più intima con cui i compositori di ogni tempo hanno espresso al meglio il proprio genio. Carla Moreni racconterà la struttura della Sonata e la sua nascita attraverso l’esempio di un “gigante”: Domenico Scarlatti, che di sonate ne ha composte oltre cinquecento!
martedì, 16 marzo – ore 18.30
MEMO. Piccoli appunti di…musica
Lied: se in una stanza canta il mondo
a cura di Carla Moreni
con Davide Marranchelli
In questo appuntamento Carla Moreni ci porterà alle affascinanti atmosfere dei caffè viennesi, luoghi frequentati dal compositore viennese per eccellenza: Franz Schubert.Pianista e provetto tenore, Schubert ha interiorizzato alla perfezione il Lied, un dialogo esemplare tra voce e pianoforte che prendeva vita nei salotti, in momenti raccolti tra amici. Pensate che Schubert ne scrisse oltre seicento!
martedì, 30 marzo – ore 18.30
MEMO. Piccoli appunti di…musica
Quartetto: quando in quattro si diventa uno
a cura di Carla Moreni
con Davide Marranchelli
Il Quartetto: due violini, una viola e un violoncello…“Quattro strumenti come se fossero uno”.
Ma come si struttura questo complesso genere musicale?
Carla Moreni partirà da un celebre esempio di Haydn per raccontarci in pochi minuti la nascita e lo sviluppo di questa nobile forma.
martedì, 13 aprile – ore 18.30
MEMO. Piccoli appunti di…musica
Sinfonia: l’invenzione dell’intreccio più lungo
a cura di Carla Moreni
con Davide Marranchelli
Dopo le forme più raccolte, la sonata, il Lied, il quartetto, Carla Moreni parlerà della forma suprema, del genere che coinvolge il maggior numero di musicisti: la sinfonia.Perché pensando alla sinfonia ci viene in mente Beethoven? Perché quasi nessun altro compositore ha osato superare lo spaventoso limite delle sue “nove sinfonie”? Scopriamolo insieme partendo dalla sinfonia di Beethoven che Richard Wagner definì “l’apoteosi della danza”, la Settima.